Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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sabato 3 novembre 2012

La proposta di Ferrero per una nuova sinistra italiana

Le politiche del governo Monti aggravano la crisi sociale, la recessione e alimentano la drammatica perdita di posti di lavoro, ormai molto al di sopra della media europea. Politiche tese a salvaguardare i poteri forti con una spiccata connotazione antipopolare e antioperaia che conferma il carattere “costituente” di un nuovo regime, incarnato dalle misure strategiche dei provvedimenti presi che vanno dalla manomissione dell’articolo 18 alla “controriforma” delle pensioni al pareggio di bilancio in Costituzione fino all’approvazione del Fiscal Compact. Questi provvedimenti vanno oltre la situazione contingente e predeterminano – se non aboliti – il quadro in cui agiranno i governi dei prossimi anni, una vera e propria ipoteca sul futuro.
Il governo ha quindi tracciato una strada di destra destinata a perdurare negli anni, indipendentemente dalla presenza di Monti, ma ai provvedimenti già assunti e votati da PD, PDL e UDC.
L’intreccio tra la paura e il carattere necessitato delle ricette, taglia ogni discussione e impedisce un confronto nel merito dei provvedimenti fino a criminalizzare qualunque posizione dialettica si esprima, anche utilizzando la distruzione di ogni credibilità della politica, Un vero e proprio “bonapartismo” economico, che, oltre a produrre recessione e distruzione dei diritti sociali e del welfare, corrode in profondità la democrazia.

Il superamento e la sconfitta delle politiche di Monti non può essere affidato al centro sinistra, che è indisponibile a mettere in discussione le scelte sin qui operate, a partire dall’articolo 18, dal pareggio di bilancio e dall’applicazione del Fiscal Compact.

Occorre quindi proporre una prospettiva politica di uscita dalla crisi che è: economica, sociale, culturale e morale consapevoli che questo significa riportare il paese nella democrazia, superando lo stato di eccezione con cui oggi il governo giustifica le sue scelte presentate come obbligate.
La campagna referendaria, che rappresenta, sia la nostra principale azione politica e organizzativa nei prossimi mesi, sia la parte fondamentale del programma politico con il quale presentarsi al Paese è un’impresa politica importante, che coinvolge il complesso delle forze che si sono opposte, da sinistra, alle politiche del governo Monti, sia sul piano politico che sociale, ed è a partire da questa condivisione che la Federazione della sinistra chiede a tutti i soggetti impegnati nei referendum, di costruire unitariamente l’alternativa di programma e di Governo in grado di rivolgersi al Paese ed in particolar modo a chi subisce pesantemente gli effetti delle politiche del governo Monti.

Proprio a partire dai temi dei referendum: sui diritti dei lavoratori – ripristino dell’articolo 18 ed abolizione dell’articolo 8– a cui si aggiunge quello per cancellare la riforma delle pensioni, per impedire la svendita del patrimonio pubblico, la campagna per il reddito minimo garantito, rappresentano i punti fondamentali per un programma ed una coalizione di sinistra e di alternativa. Le elezioni regionali in Sicilia, sulle quali dovremmo produrre un approfondimento, soprattutto per quanto attiene all’astensione di massa dal voto, ci consegnano una prima riflessione: o si è in grado di produrre una proposta credibile, che parli direttamente alle condizioni di vita delle persone, che proponga un terreno comune di battaglia per la difesa ed il rilancio dei diritti e della democrazia, una visione sul mondo capace di interpretare i sentimenti diffusi delle persone e in grado di proporre un terreno di proposta politica percepita come utile e necessaria. Il nostro risultato elettorale si colloca dentro questa cornice. Certamente ha pesato il cambio in corsa del candidato alla presidenza, e, tuttavia il risultato complessivo ci indica che se avessimo presentato una sola lista avremmo eletto una delegazione di consiglieri, da qui la necessità di produrre maggiore unità e non meno, perché la sua stessa percezione, forse, avrebbe potuto essere più credibile. Tuttavia è evidente che anche la nostra formazione non è stata in grado di produrre un’ipotesi di cambiamento come invece è accaduto per le elezioni a Palermo e Napoli.

Per questo proponiamo la costruzione di una coalizione politica che possa diventare uno schieramento elettorale di tutte le forze politiche, sociali e associative che si oppongono da sinistra al governo Monti. Proponiamo che la Federazione della sinistra lavori per trasformare le forze referendarie e la coalizione elettorale siciliana in un vero e proprio schieramento politico nazionale in vista delle prossime elezioni politiche. La nostra proposta politica che si rivolge in primo luogo a Sel, all’IdV, ad Alba e al complesso delle forze associazionistiche, sociali e culturali disponibili, alle forze che hanno organizzato la manifestazione del 27 ottobre, è finalizzata a costruire un ampio polo di alternativa che si ponga l’obiettivo di governare il paese su un programma antitetico a quello imposto da Monti e dalle politiche europee. Si tratta di rovesciare le politiche di austerità e questa prospettiva di radicale cambiamento delle politiche economiche e sociali non è presente nella posizione del PD. E’ quindi necessario, per la prossima tornata elettorale, uno schieramento politico ed elettorale alternativo,che avanzi una proposta di governo finalizzata ad uscire dalla politiche neoliberiste a partire dalla non accettazione del Fiscal Compact e delle fondamenta neoliberiste e monetariste dei trattati di Maastricht e Lisbona. Al di la delle modifiche della legge elettorale avanziamo quindi la proposta di dar vita ad uno schieramento di alternativa per il governo del paese e l’uscita dalle politiche di austerità.

Riteniamo necessario unire la sinistra. Il nostro obiettivo è la costruzione di un effettivo spazio pubblico della sinistra, che faccia i conti fino in fondo con la critica della politica e sia portatore di una forte critica dell’economia politica. Occorre, da subito, uscire da ogni politicismo per avviare, all’interno dell’attuale fronte di opposizione, a partire dalla Federazione della sinistra, un processo costituente di sinistra e di alternativa e di dare vita ad una nuova stagione politica basata sulla democrazia partecipata. Questo è l’obiettivo centrale che ci poniamo come Federazione della Sinistra e che proponiamo al complesso delle forze politiche e degli uomini e delle donne che vogliono costruire una sinistra antiliberista nel nostro paese, anche in vista della prossima scadenza elettorale. La costruzione di un processo inclusivo e partecipato, che allarghi il terreno della partecipazione politica unitaria a sinistra, la realizzazione in Italia del progetto della Sinistra Europea, la costruzione del corrispettivo di Syriza, del Front de Gauche, di IzquierdaUnida, della Linke, insomma recuperare le migliori esperienze politiche che si sono prodotte in Europa, rappresenta l’obiettivo fondante il nostro progetto politico, su cui lavorare nei prossimi mesi.

Nella consapevolezza delle diverse posizioni che vi sono nell’ambito della Federazione della Sinistra, e al fine di ricercare una comune posizione politica si propone che, laddove il Consiglio Politico Nazionale della Federazione della sinistra non addivenisse ad una posizione politica chiara da avanzare unitariamente, di dar luogo ad una consultazione referendaria di tutti i compagni e le compagne iscritte alla Federazione, così come previsto nello Statuto, in modo da definire attraverso un processo unitario, democratico e partecipato il nostro comune orientamento politico.

Paolo Ferrero
Irene Bregola
Mimmo Caporusso
Roberta Fantozzi
Marco Gelmini
Claudio Grassi
Gianluigi Pegolo
Rosa Rinaldi
Augusto Rocchi

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