Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

sabato 16 febbraio 2013

Bagnare le radici


di Leonardo Boff


Nella vita sperimentiamo un paradosso curioso: quanto più avanziamo in età, tanto più regrediamo ai tempi dell’infanzia. Pare che la vita ci inviti a unire i due estremi e cominciare a fare la sintesi finale. O chissà, il tramonto della vita con la perdita inevitabile di vitalità e i limiti non circoscrivibili di quest’ultima fase, inconsciamente ci portano a cercare un appoggio là dove tutto è iniziato. La stanca esistenza viene a bagnare le radici in quegli inizi di anni passati per tentare ancora una volta di ringiovanire e arrivare bene alla traversata finale.
È quello che è successo a me in questa prima settimana di febbraio. Sono tornato alla terra, alle vecchie terre (“terre vecchie”, come diciamo in famiglia): Concordia, nella regione interna dello Stato di Santa Catarina. La città e quelle vicine sono conosciute in tutto il Brasile per i loro prodotti: chi non ha comprato polli della Sadia di Concordia, prosciutto della Perdigão di Herval do Oeste, salami di Aurora di Chapecó e salsicce della Seara? Questi depositi di carni in frigo distano pochi Km l’uno dall’altro. È una regione ricca, di contadini italiani, tedeschi e polacchi, luoghi dove, a quanto pare, il Brasile ha funzionato bene. Tutto è praticamente integrato, le case sono eleganti e colorate, il benessere generalizzato e non si conoscono favelas come quelle moltissime che circondano la maggioranza delle città del paese.
Innanzitutto abbiamo visitato i sopravvissuti della famiglia. Da parte di mia madre, solo una zia carica di anni e di dolori, dal lato di mio padre, più nessuno. Restano cugini e cugine. La maggioranza è andata nelle città, uno lavora a Montreal, come creatore di giochi Internet, un altro è diplomatico, gli altri in professioni liberali. Alcuni sono rimasti sul posto.
Poi abbiamo visitato i luoghi cari dell’infanzia: ogni collinetta ogni curva della strada ogni salita o discesa e vasti orizzonti da tutte le parti si intravedono le montagne di Rio Grande do sul e gli altopiani di Campos Gerais di Santa Caterina. Lo sguardo infantile esagera nelle proporzioni. Quello che a noi sembrava una salita faticosa e ripida, non è più che una semplice discesa o salita. I monti immensi sono soltanto colline. ma sono rimaste uguali le profonde conche, pietre da ogni parte che rendevano penoso il lavoro dei contadini: la coltivazione del grano e del granoturco. Le viti così abbondanti, pergolati e filari in ogni casa in pratica sono scomparse, siccome il vino di qualità è diventato accessibile.
Qui noi ci sentiamo parte di quel paesaggio, qui stanno le nostre radici il luogo a partire dal quale abbiamo cominciato ad alimentare sogni, a contemplare le stelle nelle fredde notti d’inverno e a prendere posto nel mondo. Curiosamente quando ho davanti agli occhi i luoghi ritenuti importanti come l’Assemblea generale del’ ONU o Harvard mi abbandono al tempo della pietra scheggiata da cui io sono venuto; rammento il ragazzotto scalzo e pieno di pulci del deserto, che io sono stato, alimentato con molta polenta e letture di libri a tempo e fuori tempo. Per quanto splendidi paesaggi io abbia avuto occasione di contemplare, nessuno è interiormente più bello di quello della mia infanzia. Perché essa è unica al mondo. Tutto quello che è unico nell’universo non torna mai a succedere e per questo è intrinsecamente bello.
Ma quello che mi marca ogni volta che visito i parenti sono le feste che improvvisano: si mangiano molti prodotti regionali “i radicci”, vari tipi di biscotti, dolci tedeschi, paste, formaggi e salami fatti in casa e immancabilmente carni da churrasco.
La maggioranza di quelli che sono rimasti nelle campagne hanno poca scolarizzazione: parlano un intreccio delizioso di dialetto veneto e di portoghese. La cantilena è la stessa, con forte accento italiano del quale io stesso mai mi sono liberato. Le mani ruvide per il lavoro e le facce marchiate dalla lotta per la vita fanno una forte impressione. Ed esiste tra tutti una benevolente cordialità da fare piangere. Gli abbracci sono da spezzare le costole e i baci delle cugine più anziane della nostra età, sono lunghi e schioccati. Qualcuna mi riporta perfino l’odore di mia madre, lo stesso sguardo, lo stesso modo di tener le mani sui fianchi. Chi resisterà all’emozione?
I tempi tornano all’inizio misterioso della camminata della vita. Ma dobbiamo proseguire. Essi ci accompagnano, stanno insieme a noi nel nostro cuore, adesso leggero e ringiovanito perché ha bagnato le radici nell’essenza della vita che sono il sangue, l’affetto, l’amore.

Traduzione: Romano Baraglia

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