Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

lunedì 27 gennaio 2014

Tsipras e il programma della Sinistra Europea '14



IL BLOG ECOSOCIALISMO LATINO SOSTIENE LA CANDIDATURA DI TSIPRAS PER LE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE

Noi non pretendiamo grandi ricchezze. Il popolo greco non chiede soldi. Chiede lavoro e la possibilità di guadagnarsi da vivere. (Tsipras)


UNITI PER UN’ALTERNATIVA DI SINISTRA IN EUROPA

L’Europa attraversa la crisi più grave della sua storia dagli anni 30 e dalla Seconda Guerra Mondiale. Il progetto europeo doveva essere, secondo le forze dominanti, un progetto di pace e di
progresso sociale. Si è trasformato in un incubo in cui il solo orizzonte proposto ai popoli europei è una regressione sociale brutale e generalizzata. L’Europa intera è investita da un uragano generato da una crisi del sistema capitalista finanziario - in cui le conseguenze sociali ed ecologiche colpiscono l’umanità e il pianeta con una violenza inaudita - e dalla concezione dell’Unione Europea costruita sul modello ultraliberista e sottoposta al controllo dei mercati finanziari. [..] Le politiche di austerità estrema, la contrazione e la precarietà del lavoro, la privatizzazione dei servizi e delle imprese pubbliche, la distruzione di gran parte delle forze
produttive, la riduzione drammatica della protezione sociale, l’indebolimento delle istituzioni democratiche, il rafforzamento della repressione e delle misure di « urgenza », sono utilizzate per  mantenere il dominio del capitale e dei profitti. La situazione è diventata insostenibile per i popoli europei. L’austerità e l’autoritarismo sono gli strumenti di una strategia delle oligarchie europee per dominare i popoli. Mentre le banche sono state salvate, i dipendenti pubblici vengono sacrificati e la disoccupazione esplode. [..]
La sinistra europea che noi rappresentiamo è internazionalista e solidale. Si tratta di un’alternativa socialista, di una civiltà libera dal capitalismo, dallo sfruttamento, dall’oppressione e dalle violenze che ne conseguono. La nostra visione garantirà una ripartizione delle ricchezze in favore del lavoro, un modello di sviluppo avanzato tanto sul piano sociale che suquello ambientale, l’uguaglianza e i diritti democratici di tutti i cittadini e le cittadine europei/e.
È in quest’ottica che noi ci battiamo per una rifondazione dell’Europa, cioè di una nuova definizione dei suoi obiettivi, delle sue politiche e delle sue strutture, un modello economico produttivo, sociale ed ecologico completamente differente, fondato sulla solidarietà, la giustizia sociale e le sovranità popolari. [..]

domenica 26 gennaio 2014

Il tempo della Grande Trasformazione e della Corruzione Generale



                                        di Leonardo Boff

Normalmente le società poggiano su tre gambe: quella dell'economia che garantisce la base materiale di una vita umana buona e decente; quella della politica che distribuisce il potere e crea le istituzioni che fanno funzionare la convivenza sociale; quella etica che stabilisce valori e norme che regolano i comportamenti umani, perché ci siano giustizia e pace e perché si risolvano i conflitti senza ricorrere alla violenza. Generalmente quella etica viene immaginata come immersa in un'atmosfera spirituale responsabile del senso ultimo della vita e dell'universo, esigenze sempre presenti nell’agenda umana. Queste istanze si intrecciano in una società funzionale, ma sempre con questo ordine: l'economia obbedisce alla politica e la politica si sottomette all’etica.

Ma a partire dalla rivoluzione industriale del secolo XIX, precisamente, a partire dall'Inghilterra e dal 1834, l'economia cominciò a scollarsi dalla politica e a sotterrare l'etica. Nacque una economia di mercato concepito in modo tale che il sistema economico fosse diretto e controllato soltanto dal mercato libero da qualsiasi controllo o limite etico.

Il marchio registrato di questo mercato non è la cooperazione ma la competizione, che va oltre l'economia e impegna tutte le relazioni umane. Inoltre fu creato, al dire di Karl Polanyi, «un nuovo credo totalmente materialistico che credeva che tutti problemi potevano essere risolti attraverso una quantità illimitata di beni materiali» (La Grande Trasformazione, Campus 2000,p. 58). Questo credo è ancor oggi prescelto con fervore religioso dalla maggioranza degli economisti del sistema imperante e, in generale, dalle politiche pubbliche.

domenica 19 gennaio 2014

Oggi la rivoluzione si fa con il freno a mano.



                                     di Leonardo Boff

Si attribuisce a Carlo Marx una frase pertinente: "Si fanno soltanto le rivoluzioni che si fanno". Vale a dire, la rivoluzione non configura un atto soggettivo e volontaristico, così non appena avviene, è subito sconfitta per essere immatura e per mancanza di consistenza.

La rivoluzione avviene quando le condizioni della realtà sono obiettivamente mature e simultaneamente esiste nei gruppi umani la volontà soggettiva di volerla. Allora essa irrompe con possibilità sempre garantita, di vincere e consolidarsi. Attualmente noi avremmo tutte le condizioni obiettive per una rivoluzione. Il termine "rivoluzione" è inteso qui in senso classico, come un cambiamento dei fini generali di una società che crea i mezzi adeguati per raggiungerli, il che implica cambiamento delle strutture sociali, giuridiche, economiche e spirituali di detta società. Il degrado generale in quasi tutti gli ambiti, specialmente nella struttura naturale che sostiene la vita è così profondo che anche solo per questo ci sarebbe bisogno di una rivoluzione radicale. Se no, potremmo arrivare troppo tardi e assistere a catastrofi ecologico- sociali di magnitudine mai vissute prima dalla storia umana.

Ma non esiste ancora, tra "i padroni del potere" la coscienza collettiva di questa urgenza. E nemmeno la vogliono. Preferiscono mantenere il loro potere sia pure col rischio di soccombere in un eventuale Armageddon. Il Titanic sta affondando ma la loro ossessione per il guadagno è così grande che continuano a comprare e a vendere gioie come se niente stesse succedendo.

venerdì 10 gennaio 2014

Una governance globale della peggior risma: quella dei mercanti




di Leonardo Boff


Anteriormente abbiamo abbordato l'impero delle grandi corporazioni che controllano i flussi economici e, attraverso questi, le altre istanze della società mondiale. La costituzione perversa di questo impero è nata a causa della mancanza di una governance, che si fa più urgente ogni giorno che passa. Ci sono problemi globali come quello della pace, dell'alimentazione, dell'acqua, dei cambiamenti climatici, delle migrazioni di popoli e altre che, in quanto globali, richiedono soluzioni globali. Questa governance è impedita dall'egoismo e dall'individualismo delle grandi potenze.

Questa governance globale suppone che ogni paese rinunci a un po' della propria sovranità per creare uno spazio collettivo naturale dove le soluzioni per i problemi globali possono essere globalmente affrontate. Ma nessuna potenza vuole rinunciare a un briciolo del suo potere, anche se i problemi si stanno aggravando, particolarmente quelli legati ai limiti fisici della Terra, capaci di attingere negativamente tutti attraverso eventi estremi.

domenica 5 gennaio 2014

Funesto impero mondiale delle multinazionali



di Leonardo Boff 
Teologo-filosofo

Gli auguri di Buon Anno Nuovo sono di rito. Sono auspici e nient’altro, perché non riescono a cambiare il corso del mondo dove i super potenti proseguono con le loro strategie di dominazione globale. È su questo che dobbiamo riflettere e anche pregare perché le conseguenze economiche, sociali, culturali, spirituali e per il futuro della specie e della natura possono essere nefaste.

Molti come J. Stiglitz e P. Krugman speravano che il lascito della crisi del 2008 sarebbe stato un grande dibattito su quale tipo di società vogliamo costruire. Sbagliavano di brutto. La discussione non c'è stata. Al contrario la logica che aveva provocato la crisi è stata ripresa con più furore. Richard Willkinson, uno dei maggiori specialisti sul tema ha detto tempo fa in intervista al giornale tedesco Die Zeit: "La domanda fondamentale è questa: vogliamo o no vivere sul serio secondo il principio che il più forte si appropria di quasi tutto e il più debole viene abbandonato?"

I super-ricchi e i super-potenti hanno deciso che vogliono vivere secondo il principio darwinista del più forte, e all'inferno i più deboli... Ma commenta Wilkinson: "Credo che le persone desiderano una maggiore uguaglianza sociale. Credo che tutti abbiamo bisogno di maggiore cooperazione e reciprocità, perché le persone desiderano una maggiore uguaglianza sociale". Questo desiderio è intenzionalmente negato da questi epuloni.

venerdì 3 gennaio 2014

CRISI, RILANCIARE L’UNITA’ DELLA SINISTRA PER CAMBIARE IL PAESE



                                             di Giovanni Barbera


Si è appena chiuso un altro annus horribilis  per il nostro Paese. Il 2013 non è stato un anno molto differente da quelli che lo hanno preceduto, a dispetto delle dichiarazioni ottimiste, riguardanti la fine della crisi economica, rilasciate in questi ultimi mesi, a più riprese, sia dai rappresentanti del  Governo Letta che da altri diversi esponenti del mondo economico e politico.

E’ evidente che la realtà è molto più complessa di quanto vogliono farci credere coloro  che hanno tutto l’interesse a a far digerire alle classi popolari quelle controriforme istituzionali e sociali che stanno “svuotando” la nostra democrazia e finendo di demolire quello che è rimasto del modello di sviluppo sociale costruito nel dopoguerra, grazie alle lotte dei lavoratori.

Purtroppo, l’idea che la ripresa economica sia alle porte e che, quindi, il periodo più difficile sia già alle nostre spalle, è tutt’altro che un fatto reale.