Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

lunedì 26 maggio 2014

Mutatis..in mutande

Le recenti elezioni europee hanno in Italia un vincitore netto, che non è il PD ma l'astensionismo, dato che rispetto alle precedenti si è perso un buon 20% degli elettori che votavano in questa competizione elettorale, a dimostrare innanzitutto la sfiducia crescente del popolo italiano nella UE.
Poi ne hanno, tra coloro che hanno votato, uno epocale: il PD che ha rinverdito, con lo stesso ruolo che aveva allora, mutatis mutandis, il ruolo della DC nel 1948.
Stesso ruolo, stessa vittoria schiacciante, e probabilmente, con le dovute differenze di epoca, per la stessa motivazione.
Allora la DC assicurava la rinascita dell'Italia nell'alveo dell'atlantismo segnato dal piano Marshall, oggi il PD cerca di assumere il ruolo di tutore dell'Italia nei confronti dei mercati, per fare in modo che il “manganello-spread” non picchi troppo forte.
Il PCI, allora, per definizione e ruolo, non poteva vincere, pena il mancato arrivo degli investimenti americani, e per gli equilibri di Yalta, Grillo oggi non può vincere perché, altrimenti, lo spread tornerebbe a darci mazzate tali da farci stramazzare.
Ergo, eravamo un paese a sovranità limitata allora, e lo siamo a sovranità limitatissima oggi che non controlliamo nemmeno più la nostra moneta corrente. Da noi il "mutatis mutandis" si traduce con: "mutiamo sempre più in mutande.."
Grillo oggi, come allora il PCI, ha spaventato una massa notevole di elettori, e Renzi, come la DC, di allora, ha “capitalizzato” la paura, assumendo un ruolo rassicurante e di garanzia che gli ha portato molti voti in più del previsto, soprattutto da un centrodestra in crisi endemica.


Ovviamente, con questo, non pretendiamo in alcun modo di paragonare politicamente il PCI al M5S né la DC al PD, anche perché lo spessore culturale, politico e in molti casi anche morale, dei partiti della cosiddetta prima Repubblica era notevolmente superiore a quello dei partiti di plastica o padronali odierni.
Soprattutto nessuno dei partiti della Prima Repubblica si è mai azzardato minimamente a mettere in discussione la sovranità popolare, la Costituzione, il ruolo dei partiti o quello dello Stato.
Invece Grillo, che pur difende la Costituzione, vorrebbe rottamare i partiti, i sindacati e buona parte dello stesso Stato, e Renzi, vorrebbe stravolgere la sovranità popolare in almeno uno dei rami del Parlamento, scegliendosi gli interlocutori sindacali adatti e minacciando, ogni volta che qualcosa non gli torna, di dimettersi, in un continuo “tormentone” della serie “dopo di me il diluvio”.
Queste elezioni, come dato di fatto eclatante, segnano anche il declino definitivo di Berlusconi, sceso nel consenso a percentuali ridicole per le sue pretese, ma siamo sicuri che nella sua era, ormai al tramonto, le minacce concrete all'assetto della Costituzione, al ruolo dei sindacati, al mondo del lavoro o alle stesse Istituzioni democratiche sia stato superiore a quello che può configurarsi oggi?
La fine di Berlusconi coincide con la crisi di quella dei suoi amici internazionali: Gheddafi e Putin, non per niente, una volta liquidato il primo che comprava buona parte del debito italiano, vendendoci petrolio a condizioni vantaggiose, è immediatamente seguita la caduta irreversibile di Berlusconi, e oggi lo stesso Putin, costretto allo “smacco ucraino”, può fare ben poco per restituire credibilità ad un leader politico che non ha trovato niente altro di meglio che presentarsi riesumando il nome stantio del suo vecchio partito, già mandato in soffitta proprio alla nascita del PD.
Ergo: il PD ha schiacciato Berlusconi, un po' con l'aiuto dei suoi infiniti guai giudiziari, un po' con l'aiuto prezioso di Grillo che ha fatto in modo che i voti moderati del centrodestra si spostassero verso Renzi.
La cosa comica davvero è però che Renzi, che qualcuno può ben vedere ancora in qualche foto d'annata non remota, tra Andreotti e Buttiglione, è diventato il leader del partito “socialista” più forte attualmente in Europa, è un “socialista” che si accredita stabilizzando il precariato, negando lo jus soli, dimezzando la sovranità popolare con un Senato che si vorrebbe di nominati, in particolare ben 21, da parte del Presidente della Repubblica, con una elemosina di Stato nemmeno ai più poveri ma solo ad una potenziale clientela votante, con la marginalizzazione del ruolo dei sindacati e soprattutto con il ricatto permanente dell' “alternativelos” , della mancanza assoluta di alternativa al suo operato che, è in fondo, il diktat ferreo dell'egemonia teutonico-merkeliana in corso in Europa.
Renzi, che si presenta come quello che dovrebbe essere il principale antagonista di tale politica in Europa, e che verrà confermata dalla maggioranza dei popolari uscita comunque vincente dalle urne, si mostra invece come maggior garante della sua applicazione, in quel pieno clima consociativo, sancito dal patto perdurante tra CDU e SPD in Germania.
Le vittorie del Fronte Nazionale in Francia, e quella schiacciante degli euroscettici in Inghilterra, infatti, non solo non muteranno di una virgola gli equilibri europei e la politica europea vigente, ma la consolideranno.
Di fronte a questo scenario, non poche potrebbero però essere le prossime sorprese, se tali indicazioni politiche si ripeteranno in sede nazionale, se cioè le stesse forze che hanno vinto in Europa, governeranno in Francia ed in Inghilterra, ad esempio. E soprattutto se ciò accadrà anche in Grecia.
Non abbiamo la palla di vetro, e non crediamo che altre elezioni politiche siano alle porte, però il sentore che non si possa più avere in tutta Europa la certezza che le indicazioni della BCE cadano a pioggia nell'immediato per essere eseguite alla lettera, in alcuni dei paesi più grandi ed importanti della UE è molto forte, e persino l'”abatino” Renzi potrebbe essere spinto a qualche gridolino in più contro la Merkel, essendo per altro legittimato questa volta da un voto popolare plebiscitario.
Di certo il suo operato, al di là delle sue esternazioni trionfali o rassicuranti, dovrà seriamente mostrare di essere diverso dal tormentone che ci affligge ormai da vari anni: “più tasse e meno lavoro” Che riesca ad invertire questo paradigma ci appare come eventualità alquanto remota, più o meno come un gatto che sbrana uno gnu.
Ci vorrebbe qualcuno a stimolarlo sul serio, da destra e da sinistra. Da destra per far capire che le tasse, specialmente se non sono mirate e se non corrispondono ad un uso adeguato delle risorse, strozzano l'economia e le famiglie, e da sinistra per far capire che solo una stabilizzazione del lavoro ed una seria lotta al precariato e al lavoro nero possono assicurare un incremento delle attività produttive e degli introiti fiscali congrui.
Ma la destra sta affondando con Berlusconi e tutto il suo “cucuzzaro” e la sinistra, pur avendo finalmente fatto capolino fuori dal suo ghetto extraparlamentare, con un quorum raggiunto per il rotto della cuffia, tutto è fuorché un soggetto politico unitario e determinato a perseguire un programma concretamente condiviso, tra l'altro ancora ha difficoltà a capire che le istanze ecologiste vanno pienamente integrate in essa, con un partito Ecosocialista. Se lo avesse fatto, già da oggi, si presenterebbe almeno con un 1% in più, andato sprecato ad una lista verde isolatamente del tutto inutile.
Ergo: Renzi resta l'apoteosi dell' “alternativlos” del “o io o nessuno”.. “o io o il diluviante spread”
E potrebbe persino sorprenderci, facendoci nemmeno tornare allo Statuto Albertino, ma addirittura al progetto giobertiano del Papa presidente della Confederazione Italiana..con buona pace di Mazzini, Garibaldi, Turati, Treves, Matteotti, Gramsci e via dicendo..
Però.. magari avesse letto almeno “Il Primato Morale e Civile degli Italiani”, così saprebbe che Gioberti concludeva la sua opera scrivendo: “Laonde io mi rincoro pensando che la nostra povera patria, devastata tante volte dai barbari e lacerata da' suoi propri figlioli, sarà libera da questi due flagelli, prosperando in dignitosa pace. Non vi sarà più pericolo che un ipocrita straniero la vinca con insidiose armi, la seduca, l'aggiri con bugiarde promesse e con perfide incitazioni, per disertarla colle sue forze medesime e metterla al giogo...”
A proposito..chissà dove avrebbero messo oggi il “moderato” Gioberti, nel parlamento europeo,..sicuramente tra gli euroscettici e tra i populisti..
“Popule meus, quid feci tibi?”
Carlo Felici


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