Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

domenica 29 giugno 2014

Una democrazia che si rivolta contro il popolo

 
 
 
Leonardo Boff, professore emerito di etica

Un generale grido della corporazione dei "media", di parlamentari dell'opposizione e di analisti sociali legati allo status quo di conservatorismo strisciante, si è alzato furiosamente contro il decreto presidenziale che istituisce la "Politica nazionale di partecipazione sociale". Il decreto vuole solo coordinare i movimenti sociali esistenti, alcuni arrivati a noi dagli anni 30 del secolo passato, ma che negli ultimi anni si sono moltiplicati esponenzialmente, al punto che Noam Chomsky e Vandana Shiva considerano il Brasile primo paese al mondo per numero e varietà di movimenti organizzati. Il decreto riconosce questa realtà e la stimola perché arricchisca il tipo di democrazia rappresentativa vigente con un elemento nuovo che è la democrazia partecipativa. Questa non ha potere decisionale ma soltanto consultivo, di informazione, di scambio di suggerimenti per problemi locali e nazionali.
Pertanto quegli analisti che affermano, di fronte alla chiarezza del testo del decreto, che la presenza dei movimenti sociali toglie potere decisionale al governo, al Parlamento e al potere pubblico, o si affaticano nell'errore o accusano in malafede. E la cosa è spiegabile. Sono abituati a muoversi all'interno di un tipo di democrazia a bassissima intensità, dando di spalle alla società e liberi da qualsiasi controllo sociale.

giovedì 19 giugno 2014

L'alternativa al blocco di marmo




Questo mio intervento vorrebbe parlare della sinistra italiana senza mai nominare la parola sinistra, ma, come è evidente, è già sbagliato in partenza perché l'ho già nominata due volte..direi troppe, sarà quindi meglio mettere un punto e andare a capo, come se non avessi già scritto nulla.
Perché, in effetti, il rischio che si corre in questo caso, è proprio quello di parlare del nulla.
Ma quand'è che si parla e si straparla del nulla? Spesso e volentieri quando non si vuole parlare concretamente di altro, di ciò che conta davvero.
E in Italia quel che conta davvero è il degrado politico, civile, morale e infine della stessa democrazia a cui stiamo assistendo, paradossalmente anche ad opera di chi ha messo l'attributo democratico nel suo simbolo.
In un contesto fossilizzato a monte dall'imperativo categorico ma non kantiano, perché assolutamente immorale, dell' “alternativlos” (la assoluta mancanza di alternative all'assetto economico imposto dal neoliberismo), la vera parola “eversiva” (nel senso etimologico di svolta radicale) non è dunque “sinistra” (e già sono tre volte che mi rinnego) ma più autenticamente “alternativa” o “antagonismo”. La ricerca cioè di un modello di sviluppo e di sistema diversi, fin dalle fondamenta, rispetto a quello vigente.
E non è difficile, se usciamo dai parametri embedded della mediocre mediaticità dominante, non è difficile perché l'inverso di un sistema fondato sulla riduzione dell'essere umano a merce per fini di profitto e sulla conseguente sistematicità di tale assunto a tutti i livelli, persino scolastici e formativi, con l'immiserimento del percorso di studi in una serie interminabile di crediti e di debiti (nemmeno la cultura fosse una sorta di labirinto bancario), ebbene, il contrario di tutto ciò è l'alternativa del bene comune anteposto agli interessi di parte, individuali e collettivi. Un bene comune che è, in primis, lavoro per la comunità e, parallelamente ed indissolubilmente, una sinergia ed un rispetto per le risorse naturali che lo consentono: quelle fonti, possibilmente rinnovabili, che accrescono la ricchezza data dalla biodiversità a tutti i livelli.

sabato 14 giugno 2014

Ognuno ha il suo tempo per entrare nelle braccia dell'Eterno.



Leonardo Boff, teologo e scrittore

Il primo testamento comprende anche l’Ecclesiaste (in ebraico Qoélet), un libro curioso che non menziona l'elezione del popolo di Dio, né l'alleanza divina e nemmeno la relazione personale con Dio. Rappresenta la fede giudaica inculturata nella visione greca della vita. Possiede uno sguardo acuto sulla realtà così come si presenta e nutre rispetto verso tutti i popoli. C'è un passaggio assai noto che parla del tempo: «Tempo di nascere, tempo di morire, tempo di piantare, tempo di sradicare, tempo di ridere e tempo di piangere, tempo di amare e tempo di odiare, tempo di guerra e tempo di pace», e così via (c. 3,2-8). Ci sono molte forme di tempo.
Dobbiamo liberarci dal tipo di tempo dominante, quello degli orologi. Tutti siamo ostaggi di questo tipo di tempo meccanico. Conosciamo orologi - il primo è stato l'orologio solare - già 16 secoli. Pare che siano stati gli asiatici a inventare l'orologio. Nel 725 della nostra era, un monaco buddista escogitò un orologio meccanico che, che rifornito di acqua a secchiate,faceva una rotazione completa in 24 ore. In Occidente si attribuisce a un altro monaco, benedettino, dopo papa Silvestro II (950-1003), l'invenzione dell'orologio meccanico attuale.

mercoledì 11 giugno 2014

Il riscatto del contratto naturale con la Terra






Leonardo Boff, teologo e scrittore

Fino a questo momento, il sogno dell'uomo occidentale e bianco, diventato universale a causa della globalizzazione, era quello di dominare la terra e spremerla per trarne benefici senza limiti. Questo sogno, dopo quattro secoli, è diventato un incubo. Come mai prima, l'apocalisse può accadere provocata proprio da noi stessi, come ha scritto prima di morire il grande studioso di storia Arnold Toynbee.
Per questo, è necessaria una ricostruzione della nostra umanità e della nostra civiltà con un altro tipo di relazione con la Terra perché sia sostenibile. Vale a dire: affinché riesca a mantenere le condizioni di manutenzione di riproduzione della vita. Tutti loro hanno valore intrinseco e per questo sono soggetti di diritti.
Ogni contratto è fatto a partire dalla reciprocità, dallo scambio e del riconoscimento di diritti di ognuna delle due parti. Dalla Terra abbiamo ricevuto tutto: la vita e i mezzi per vivere. In cambio, nel nome del contratto naturale, abbiamo il dovere di gratitudine, di contraccambio e di cura perché essa abbia sempre la vitalità per fare quel che ha sempre fatto per noi tutti. Ma noi, da molto tempo, abbiamo invalidato questo contratto.
Per rifarlo, dobbiamo fare come il figlio prodigo della parabola di Gesù. Tornare alla Terra, la Casa Comune, e chiedere perdono. Questo perdono si traduce in un cambio di condotta nel senso del rispetto e delle attenzioni che essa merita. La Terra è nostra Madre, la Pacha Mama degli Andini e la Gaia dei moderni.

lunedì 9 giugno 2014

Ortoprassi per un'etica di relazione (saggio filosofico sull'etica dell' Ecosocialismo)




di Carlo Felici

Saggio filosofico introduttivo all'etica dell'Ecosocialismo

Inizieremo questa serie di considerazioni cercando di definire il concetto di prassi
e di ortoprassi, nell’ambito di una dinamica dell’agire relazionato.
Il filosofo argentino Enrique Dussel ci dà la seguente definizione: “con prassi e pratico si intende l’atto umano orientato verso l’altra persona; l’atto verso un’altra persona e la relazione che lega una persona all’altra” E continua: “Prima di tutto prassi è un ATTO che compie una persona, un essere umano, il quale, però, si dirige ad un’altra persona o direttamente (una stretta di mano, un bacio, un dialogo frontale, una botta) o indirettamente (per mezzo di qualcosa, per esempio quando si spartisce un pezzo di pane [o condivide aggiungo io l’uso di un mezzo informatico])…In secondo luogo prassi è la RELAZIONE stessa che intercorre tra due o più persone.”

giovedì 5 giugno 2014

Matteotti, 90 anni dopo: il "vantaggio democratico a danno del socialismo"




Il 90° anniversario del martirio di Giacomo Matteotti, capita in Italia in un momento del tutto particolare, per questo esso assume una rilevanza ancora maggiore nella sua perenne testimonianza ai posteri.
Matteotti fu il primo a smascherare, in maniera precisa e documentata la stretta collusione tra fascismo e capitalismo, altri lo avrebbero fatto con il senno di poi. Pochissimi ebbero il coraggio invece di resistere allora alla dilagante pletora che tendeva a identificare il fascismo con una rivoluzione proletaria.
Matteotti scrisse un libro prima di morire: "Un anno di dominazione fascista", che circolò all'estero ma che in Italia, per ovvi motivi, non si poté diffondere, e che, per un caso tanto strano quanto crudele del destino, è tuttora di difficilissima reperibilità, essendo stato ristampato solo nel 1980 e sotto forma di copia anastatica, da una piccolissima casa editrice.
Esso è un'analisi puntualissima dei meccanismi con cui il fascismo si stava impadronendo dello Stato, sia sul piano politico economico e sociale, che su quello della repressione, porta a porta, dei suoi oppositori. Narra infatti delle riforme che tesero ad assecondare le classi che sostennero la sua ascesa e delle violenze quotidiane degli squadristi.
Nella sua introduzione è scritto a chiare lettere:
L'economia e la finanza italiana nel loro complesso hanno continuato quel miglioramento e quella lenta ricostruzione delle devastazioni della guerra che erano già cominciati ed avviati negli anni precedenti; ma ad opera delle energie sane del paese, non per gli eccessi o le stravaganze della dominazione fascista, alla quale una sola cosa è certamente dovuta: che i profitti della speculazione e del capitalismo sono aumentati di tanto, di quanto sono diminuiti i compensi e le più piccole risorse della classe lavoratrice e dei ceti intermedi, che hanno perduta insieme ogni libertà e dignità di cittadini” Aggiungendo a proposito dei profitti e dei salari che “se gli indici del profitto capitalistico sono in aumento, se gli indici del caro-vita sono in leggero aumento e se soltanto i salari sono in decisa diminuzione, la conclusione è che l'attuale regime fascista non ha portato alcuno straordinario miglioramento nel complesso nazionale della economia; ma ha innovato soltanto in questo: che la ricostruzione economica si continua a compiere, ma a spesa esclusiva delle classi inferiori”

domenica 1 giugno 2014

Dalla "terra di mezzo" al..."Burkina Fasu"..


Le recenti elezioni europee stanno per essere archiviate, ma la cosiddetta sinistra sembra, almeno per certi versi, anche se non per tutti grazie al cielo, più in vena di archiviare se stessa.

Si sente, o meglio si risente, con un lessico solo nei sinonimi diverso, parlare di “via mediana”, di “spazio intermedio”, di “terra di mezzo”

E' una posizione politica, è bene dirlo con chiarezza, che in Europa non esiste, non esisteva prima di queste elezioni e ancor meno esiste oggi, quando il PSE, in linea generale, ha preso una sonora batosta, la GUE ha avuto un risultato apprezzabile ma non eclatante, e sono comparsi come fenomeni nuovi e sconcertanti, partiti ultraconservatori per la prima volta come vincitori di tale competizione elettorale, in due dei più grandi paesi della UE: la Francia e la Gran Bretagna.

Il PD è l'unico partito aderente al PSE ad aver vinto con una percentuale nettamente superiore ad ogni suo antagonista, ma sfido chiunque a dimostrare che il PD è un partito socialista a tutti gli effetti.

Tsipras si avvia a condurre il partito di maggioranza in Grecia, ed è quasi sicuro che conserverà la sua maggioranza fino al rinnovo del governo di quel paese.

Niente sarà più come prima, e se la Germania si arrocca nella impossibile difesa di un candidato inossidabilmente conservatore ma, per di più, avversato dagli stessi conservatori inglesi, essendo una sorta di rottame degli anni 80, più o meno come se si volesse a presiedere la Commissione Europea la Tatcher, è pur certo che la sua possibilità di imporre diktat al resto d'Europa esce fortemente ridimensionata da queste elezioni.