Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

venerdì 27 marzo 2015

COME DISINNESCARE L'ODIO SOCIALE'?


                                              di Leonardo Boff
Stiamo constatando che sono attivi oggigiorno nella società molto odio e rabbia, sia per la situazione generale di insoddisfazione che sta interessando l'umanità, immersa in una profonda crisi di civiltà, senza che nessuno ci possa dare le coordinate di come sia possibile il suo superamento e anche dire in quale direzione potrebbe condurre questo volo cieco. L'inconscio collettivo scopre questo malessere che già in anticipo Freud aveva descritto nel suo famoso: “Il malessere nella cultura” (1929-1930) che, in qualche modo avvertiva segnali di una nuova guerra mondiale.
Il nostro malessere è singolare è frutto di varie vittorie del PT con le sue politiche di inclusione sociale che hanno portato benessere a 36 milioni di persone e 44 milioni li hanno innalzati al ceto medio. I privilegiati storici, la classe alta e anche la classe media, si sono spaventati per un po' di uguaglianza raggiunta da coloro che stavano fuori. Il fatto è che da una parte vige una concentrazione spaventosa di rendita e dall'altra una diseguaglianza sociale tra le maggiori del mondo. Questa diseguaglianza, secondo Mario Pochmann, nel secondo volume del suo “Atlas da esclusão no Brasil” (Cortez, 2014) è diminuita significativamente negli ultimi dieci anni, ma è ancora molto profonda, fattore permanente di destabilizzazione sociale.
Come bene ha osservato l'economista e buon analista sociale, del partito PSDB, Carlos Bresser Pereira, e l’osservazione è stata assunta da Verissimo nel suo pezzo domenicale (8/3), cosa è che “ha fatto nascere un fenomeno mai visto prima in Brasile, l'odio collettivo della classe alta e dei ricchi verso un partito e un presidente; non preoccupazione, non paura, ma odio. La lotta di classe è tornata con forza non da parte dei lavoratori ma da parte della borghesia insoddisfatta”.

lunedì 23 marzo 2015

PERCHE' UN RISORGIMENTO SOCIALISTA




                                            di Carlo Felici

 In una contingenza in cui il premier del nuovismo ad oltranza considera essere la sua parola d'ordine la rottamazione, si rischia che la storia stessa venga assimilata ad una grande discarica tossica. E allora sarà bene ricordare almeno un pochino, le antiche radici della nostra storia, dato proprio che abbiamo scelto come viatico di rinnovamento questo nome: Risorgimento Socialista.
Il Socialismo Italiano è una emanazione diretta delle migliori istanze risorgimentali emerse già alla metà del XIX secolo, affiancando le idee repubblicane e democratiche di Mazzini, con l'opera rivoluzionaria e socialmente avanzata di personaggi come Carlo Rusconi, Giuseppe Garibaldi e Carlo Pisacane.
Già nella breve ma intensa stagione della Repubblica Romana esse ebbero modo di concretizzarsi, anche se non furono le uniche istanze ad animare e vivificare questa primavera fondante della nostra democrazia. Scriveva infatti allora il “protosocialista” Carlo Rusconi: Il socialismo non è un'utopia, non è una vana aspirazione, non è un delirio di pochi ottimisti che vagheggino un mondo ideale alla maniera di Moro e di Platone; il socialismo è una verità, è il fuoco in cui si condensano tutti i raggi delle forze della rivoluzione; è il sole che rischiara due mondi, uno che cade, l'altro che sorge; e di esso può dirsi come della Repubblica diceva Bonaparte (il cugino di Napoleone III anche lui socialista e fervente repubblicano, ministro della Repubblica Romana n.d.r.): Cieco chi non lo vede”