Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

domenica 17 maggio 2015

Era di grandi trasformazioni



                                Leonardo Boff, ecologo e scrittore

Viviamo in un'era di grandi trasformazioni. Fra le tante, ne metterò in risalto soltanto due: la prima nel campo dell'economia e la seconda nel campo della coscienza.
 La prima, nell'economia: il suo inizio è datato 1834, quando si consolidò la rivoluzione industriale in Inghilterra. Consiste nel passaggio da una economia di mercato a una società di mercato. Il mercato è sempre esistito nella storia dell'umanità, ma non c'è mai stata una società esclusivamente di mercato, vale a dire una società dove quel che conta è l'economia. Tutto il resto le ruota intorno.
 Il mercato che predomina si regge attraverso la competizione e non attraverso la cooperazione. Quello che si cerca è il lucro economico individuale o corporativo e non il bene comune di tutta una società. Generalmente questo beneficio viene raggiunto a forza di devastazione della natura e con la gestazione perversa delle diseguaglianze sociali
 Si dice che il mercato deve essere libero e lo Stato è visto come il suo grande ostacolo. Il compito dello Stato in verità è ordinare attraverso leggi e norme la società, compreso il campo economico e coordinare la ricerca comune del bene comune. La Grande Trasformazione postula uno Stato minimo, limitato praticamente alle questioni legate alle infrastrutture della società, al fisco e alla sicurezza. Tutto il resto appartiene al mercato e dal mercato viene regolato.
Tutto può essere portato al mercato: acqua potabile, sementi,i alimenti e perfino organi umani. Questa mercantilizzazione è penetrata in tutti i settori della società: la sanità, l'educazione, lo sport, il mondo delle arti e dell'intrattenimento e perfino nei gruppi importanti delle religioni e delle chiese con i loro programmi di TV e radio.
Questa forma di organizzare la società unicamente intorno agli interessi economici del mercato ha spaccato l'umanità da cima a fondo: un fossato enorme si è creato tra ricchi, pochi, e poveri, moltissimi. Vige perversa l'ingiustizia sociale.

giovedì 14 maggio 2015

Francesco d'Assisi. In lui l'essere umano è venuto bene.



                                                di Leonardo Boff, teologo e scrittore

Considerando gli scenari mondiali, la violenza bellica in varie nazioni con terribili stragi di vite umane, o la violenza di studenti impazziti che invadono una scuola e abbattono a fucilate decine di compagni, per non parlare di torture e abusi che si fanno su innocenti, ci viene spontanea una domanda: l'essere umano è ben riuscito? Non siamo un tumore abnorme nel processo di evoluzione?
Facciamo fatica a identificare figure esemplari che smentiscano questa impressione tetra. Ma, grazie a Dio, tali persone esistono: dom Helder Camara,  suor Dulce Pontes, suor Teresa di Calcutta, Chico Mendes, José Mujica, ex presidente dell'Uruguay, Gandhi, il Dalai Lama, Papa Francesco, tra tanti.
 Ma mi voglio trattenere sulla figura seminale in cui l'umanità è riuscita in modo convincente, San Francesco di Assisi. Una delle eredità più feconde del "Sole di Assisi", come lo chiama Dante e come è reso attuale da Francesco di Roma, è la predicazione della pace, così urgente ai giorni attuali. Il primo saluto che dirigeva a coloro che incontrava per le strade era "pace e bene", che corrisponde allo shalom biblico. La pace che desiderava ardentemente non si limitava alle relazioni interpersonali e sociali. Cercava una pace perenne con tutti gli elementi della natura, trattandoli col dolce nome di sorelle e fratelli.

giovedì 7 maggio 2015

Che diranno di noi i nostri figli e nipoti?


Leonardo Boff, teologo e scrittore
Tutti i paesi, soprattutto quelli che stanno attraversando crisi finanziarie, com'è il caso del Brasile anno 2015, sono presi in continuazione da un'idea fissa: dobbiamo crescere; dobbiamo garantire la cresccita del PIB, che risulta dalla somma di tutte le ricchezze prodotte dal paese. Crescita è fondamentalmente quella economica derivante dalla produzione di beni materiali. Questo comporta un alto tasso di iniquità sociale (disoccupazione e compressione dei salari) e una perversa devastazione ambientale (esaurimento degli ecosistemi).
In verità dovremmo piuttosto parlare di sviluppo che comprende elementi materiali imprescindibili, ma principalmente dimensioni soggettive e umanistiche, come espansione della libertà, della creatività e delle forme di modellare la nostra vita. Purtroppo siamo tutti ostaggi di questo succubo che è la crescita. Già da molto tempo l'equilibrio tra crescita e preservazione della natura è stata spezzata a favore della crescita. Il consumo supera ormai del 40% la capacità di riposizione dei beni e servizi del pianeta, che sta perdendo la sua sostenibilità.