Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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domenica 8 novembre 2015

Nomina sunt consequentia rerum? (A proposito di Risorgimento Socialista)



Nomina sunt consequentia rerum?
Parlando seriamente, e non da settari: la "sinistra italiana" elettoralmente è un ossimoro, perché, in Italia, la "sinistra" non ha mai governato né governerà mai, dato che non raggiungerà mai i consensi necessari per farlo.
Renzi stesso si è ben guardato dal definirsi "di sinistra", in campagna elettorale, usa quel termine solo per motivi di comodo. Dice per altro, che a sinistra del PD non c'è spazio e che una operazione del genere non farebbe altro che favorire la destra. Ma, anche in ciò, è facile smascherare la sua millantatura. Infatti, non c'è modo migliore di favorire la destra che governare insieme ad essa, definendosi, come lui fa, di sinistra.
Una sinistra "color cacarella" che valuta "caso per caso" e in casi più importanti, come Milano, è pronta a sostenere il PD, è utile solo a Renzi, per consentirgli di praticare la politica dei due forni..o delle due damigelle: della serie, "Non me la dai tu, cara destra? Allora me la darà la mia amichetta di sinistra".
In tutto ciò, chi ha inventato la "sinistra" in Italia, per sostenere lo sviluppo della democrazia, e, per questo, non ha mai avuto la necessità alcuna di chiamarsi "di sinistra", deve seriamente chiedersi se vuol fare il paggetto della damigella di turno, o se vuole concretamente corrispondere all'altisonante nome che si è dato: "Risorgimento Socialista", che non ci pare proprio corrisponda a "Risorgimento della sinistra", dato che un Risorgimento socialista al servizio, come paggio Fernando, della "sinistra di nuovo assemblaggio", non solo è ridicolo, ma persino rovinoso per l'intera storia del Socialismo Italiano, come lo può essere l'annegamento del Socialismo Italiano nell'ammucchiata postdemocristiana e postcomunista in un PD a vocazione alfaniana e renzista.

Quindi, cari compagni, se il 28 novembre andremo a discutere e contrattare quale postarello avere nella lista della "sinistra italiana", cercando in essa qualche strapuntino elettorale in sede locale, è meglio che lasciamo perdere prima ancora di prenderci per i fondelli.
Se invece non faremo fare la parte dei protagonisti agli invitati, tutti fuoriusciti di derivazione comunista, e li sfideremo alla realizzazione di un programma socialista, costringendo loro ad interrogarsi su che senso possa avere la sinistra senza essere, di nome e di fatto, socialista, allora avremo realizzato il nostro obiettivo. Avremo cioè costretto coloro che, in passato non sono risultati altro che perdenti, a interrogarsi su cosa possa essere concretamente vincente in Italia. Li avremo costretti a considerare seriamente che la possibilità concreta che questo Paese ha di risorgere o passa per un salto di qualità, necessariamente qualificato come Socialista che coinvolga e dia risalto, in nome di tale riconoscimento comune, ad un programma di lotta collettivo articolato su vari punti concreti (beni comuni, scuola, Costituzione, legge elettorale e via dicendo..), oppure la "sinistra italiana" è destinata all'ennesimo fallimento, perché non essendo riconosciuta come elemento di rottura, di alternativa e di alterità all'assetto dominante rappresentato dal PD, la gente continuerà a preferire Grillo all'ennesima operazione di "aggiustamento estetico" (per altro penoso considerando il logo) dei soliti personaggi in via di riciclo e di riposizionamento.
Chi scrive da sempre pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà, esplicitando sia i motivi del pessimismo, sia le ragioni dell'ottimismo.
Con cuore garibaldino e mente ecosocialista, avrebbe visto volentieri, un sussulto di orgoglio e la nascita finalmente di un nuovo soggetto politico fondato su ciò che oggi solo un omino, tanto importante quanto solitario, predica vestito di bianco e in autorevolissima solitudine: la necessità di coniugare strettamente questione sociale e questione ambientale, dato che il mondo o va verso l'ecosocialismo o verso l'autodistruzione. Un respiro vasto, universale e assai persuasivo, soprattutto nei confronti degli strilloni privi di cultura politica presso i quali è lasciata marcire oggi l'opposizione democratica in Italia.
Proprio perché, quando tutto sembra crollare ed essere senza senso, è la cultura politica che rimette in moto la speranza di un cambiamento e di una concreta alternativa, perché essa sola ci rende consapevoli di quale altro mondo è concretamente possibile e soprattutto del fatto che esso è praticabile qui, subito su questa terra.
Nomina sunt consequentia rerum: riflettete dunque compagni se "le nostre cose" concretamente, sono quelle configurabili con il risorgimento del Socialismo e della dignità italiana o se sono la supina risultanza della "sinistra italiana" color..cacarella.


C.F.

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