Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo
Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

martedì 26 aprile 2016

Golpe parlamentare. Ritorno della religione, della famiglia, di Dio in chiave reazionaria e lotta alla corruzione






                                                     Leonardo Boff*

Osservando il comportamento dei parlamentari nei tre giorni di discussione sull’ammissibilità dell’impeachment della Presidentessa Dilma Rousseff, ci sembrava di stare a guardare bambini intenti al gioco in un asilo nido. Grida da tutte le parti. Cori che ripetevano i loro slogans, chi a favore chi contro l’impeachment. Alcuni giravano mascherati con i simboli dei loro programmi. Gente avvolta nella bandiera nazionale come in pieno carnevale. Decorazioni con gli slogans da ripetere all’infinito. Insomma, uno spettacolo indegno di persone ammodo, da cui ci aspetteremmo un minimo di serietà. Sono arrivati a metter su una palla con le scommesse come se si fosse trattato una scommettitoria clandestina o di un’estrazione del totocalcio.  
Ma la cosa più stonata è stata la figura del presidente della camera che ha presieduto la sessione, il deputato Edoardo Cunha. Lui è accusato di molti delitti e risulta colpevole presso il Supremo Tribunale Federale: un gangster che giudica una donna onesta che nessuno ha osato accusare di un crimine qualsiasi.
E’ necessario porci delle domande sulla responsabilità del Supremo Tribunale Federale per aver permesso questo atto che ci ha coperti di vergogna a livello nazionale e internazionale al punto che il New York Times del 15 aprile ha scritto: “lei non ha rubato niente però viene giudicata da una quadriglia di ladri”. Che interesse segreto alimenta la Suprema Corte davanti a una simile scandalosa omissione? Rifiutiamo l’idea che sia complice di qualche cospirazione.
 
Durante la dichiarazione di voto è avvenuto qualcosa assolutamente fuorviante. Si trattava di giudicare se la Presidentessa aveva commesso un crimine di irresponsabilità fiscale insieme con altre oscure manovre amministrative, della finanza, base giuridica per un processo politico di impeachment che implica la destituzione della Presidente dal suo incarico, ottenuto attraverso il voto popolare maggioritario. Gran parte dei deputati non ha nemmeno fatto cenno a questa base giuridica, le famose “pedaladas” fiscali ecc... Invece di attenersi giuridicamente all’eventuale crimine, hanno dato voce alla politicizzazione dell’insoddisfazione generalizzata che corre nella società a motivo della crisi economica, della disoccupazione e della corruzione della Petrobras. Questa insoddisfazione può rappresentare un errore politico della Presidente ma non configura un crimine.
Come in un ritornello, la grande maggioranza si è concentrata sulla corruzione e sugli effetti negativi della crisi. Hanno accusato ipocritamente il governo, quando sappiamo che un grande numero di deputati è invischiato in crimini di corruzione. Buona parte di questi è stata eletta con soldi della corruzione politica, sostenuta dalle imprese. Generalizzando, con le debite eccezioni, i deputati non rappresentano gli interessi collettivi ma quelli delle imprese che gli avevano finanziato la campagna elettorale.
E’ necessario notare un fatto preoccupante: è riemersa come uno spauracchio la vecchia campagna che rafforzò il golpe militare del 1964: le marce della religione, della famiglia, di Dio e contro la corruzione. Decine di parlamentari dei banchi evangelici hanno fatto discorsi di tono  chiaramente religioso, invocando il nome di Dio. E tutti hanno votato senza eccezione a favore dell’impeachment. Poche volte è stato offeso fino a questo punto il secondo comandamento di Dio che proibisce di nominare il nome di Dio invano. Gran parte dei parlamentari in forma infantile dedicavano il loro voto alla famiglia, alla moglie, alla nonna, ai figli e ai nipoti, citando il loro nome in una spettacolarizzazione della politica di infima banalità. Al contrario quelli contro l’impeachment ragionavano e tenevano un comportamento accettabile.
E’ stato fatto un giudizio soltanto politico senza basi giuridiche convincenti, il che ferisce il precetto costituzionale. Quello che è avvenuto è stato un golpe parlamentare inaccettabile.
I voti contro l’impeachment non erano sufficienti. Siamo usciti tutti sminuiti come nazione e svergognati dai rappresentanti del popolo, che in verità, non lo rappresentano e nemmeno pretendono cambiare le regole del gioco politico.
Adesso non ci resta altro che aspettare la ragionevolezza del Senato che analizzerà la validità o meno degli argomenti giuridici, base per un giudizio politico su un eventuale crimine di responsabilità, negato da noti giuristi del Paese. Forse non siamo ancora maturi in quanto popolo, per poter realizzare una democrazia degna di questo nome: il trasferimento in politica della sovranità popolare.

*Leonardo Boff, scrittore e columnist del JB on line

Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato

Nessun commento:

Posta un commento