Garibaldi pioniere dell'Ecosocialismo

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Garibaldi, pioniere dell'Ecosocialismo (clickare sull'immagine)

martedì 14 novembre 2017

GLI ANIMALI PORTATORI DI DIRITTI




Leonardo Boff*
L’accettazione o no della dignità degli animali dipende dal paradigma (o visione del mondo, valori) che ciascuno assume. Ci sono due visioni del mondo, pervenute a noi dalla più remota antichità e valide ancora oggi.
La prima considera l’essere umano come parte della natura e, insieme ad essa un invitato in più a partecipare all’immensa comunità di vita che esiste da 3,8 miliardi di anni. Quando la Terra stava praticamente pronta con la sua biodiversità intatta, noi abbiamo fatto irruzione sullo scenario dell’evoluzione come una tessera in più della natura. Sicuramente dotati di una specificità: la capacità di sentire, pensare, amare e curare, il che non ci da il diritto di considerarci padroni di questa realtà che c’era prima di noi e che aveva creato le condizioni per farci venire alla luce. L’apice dell’evoluzione c’era già stato quando è nata la vita e non al comparire dell’essere umano. La vita umana è un sottocapitolo del maggiore capitolo che è la vita.
Il secondo paradigma parte dal fatto che l’essere umano è il punto più alto del’evoluzione  e tutte le cose sono a sua disposizione per dominarle e usarle come gli pare e piace. Questo paradigma trascura il fatto che per sorgere ha avuto bisogno di tutti i fattori naturali anteriori ad esso, che si unì a quanto esisteva già e non scelse la posizione di dominio.
 
I due paradigmi hanno sostenitori in tutti i secoli, con modalità di comportamento ben differenti tra loro. La prima posizione ha i suoi migliori rappresentanti in Oriente, col buddismo e le religioni del’India. Tra noi, oltre Bentham, Schopenhauer e Schweitzer, maggior fautore è stato San Francesco di Assisi, detto da papa Francesco nella sua enciclica “Sulla cura della casa Comune”, come uno che viveva una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri e con la natura e con se stesso… esempio di una ecologia integrale” (n.10). Ma non è stato questo comportamento dolce e fraterno di fusione con la natura, a prevalere.
Il secondo paradigma, l’essere umano che secondo Descartes è “maestro e padrone della natura” è in posizione egemone. Vede la natura dal di fuori, non si sente parte di lei ma suo padrone. Sta alla radice dell’antropocentrismo moderno. L’essere umano ha dominato la natura, sottomesso popolazioni e sfruttato tute le risorse possibili della Terra, al punto che oggi lei ha raggiunto una situazione critica di carenza di sostenibilità.
I suoi rappresentanti sono i padri fondatori del paradigma moderno, come Newton, Francis Bacon e altri, come pure l’industrialismo contemporaneo che tratta la natura come una un’esposizione di risorse in vista dell’arricchimento.
Il paradigma numero uno – l’essere umano parte dalla natura – vive una relazione fraterna e amichevole con tutti gli esseri. Bisogna allargare il principio Kantiano: non solo l’essere umano è un fine in se stesso ma ugualmente tutti i viventi e per questo devono essere rispettati. C’è un dato scientifico a favore di questa produzione. Nel decodificare il codice genetico Crick e Dawson, a metà circa del secolo passato anni verificarono che tutti gli esseri viventi, dall’ameba più originaria, passando attraverso le grandi foreste e i dinosauri e arrivando fino a noi umani, possediamo lo stesso codice genetico di base: i venti amminoacidi e quattro basi azotate. Questo ha portato la Carta della Terra, uno dei principali documenti dell’UNESCO sulla ecologia moderna, ad affermare che “abbiamo legami di parentela con tutto ciò che è vita” (preambolo). Il Papa Francesco è più ispirato: “camminiamo dandoci la mano come fratelli e sorelle e un laccio che ci unisce con tenero affetto, al fratello sole, alla sorella luna al fratello fiume e alla Madre Terra” (n. 92) . In questa prospettiva tutti gli esseri, nella misura che sono nostri cugini e cugine che possiedono il loro livello di sensibilità e intelligenza sono portatori di dignità e di diritti. Se la Madre Terra gode di diritti, come ha affermato l’ONU, loro come parte viva della Terra, partecipano di questi diritti.
Il paradigma numero 2  – l’essere umano signore della natura – ha una relazione di uso con tutti i rimanenti esseri e con gli animali. Se noi conoscessimo i procedimenti della mattanza dei bovini e degli uccelli, rimarremmo inorriditi per le sofferenze a cui sono sottomessi. Ci avverte la carta della Terra: “è necessario proteggere gli animali selvatici sottraendoli a metodi di caccia, pesca e trappole che causano sofferenze estreme, prolungate e evitabili”. Ricordiamo le parole sagge del cacicco Seattle (1854): “Che cos’è l’uomo senza gli animali ? se tutti gli animali sparissero, l’uomo morirebbe di solitudine di spirito. E quello che succede agli animali, subito può succedere anche all’uomo. Tutte le cose sono relazionate tra di loro”.
Se non ci convertiremo al primo paradigma, continueremo con la barbarie contro i nostri fratelli e sorelle della comunità di vita: gli animali. Nella misura in cui cresce la coscienza ecologica sempre più sentiamo che siamo parenti e così noi dobbiamo trattare, come S. Francesco, con il fratello lupo di Gubbio e con i più semplici esseri della natura.

*Leonardo Boff è Columnist del JB on line e ha scritto: Francesco di Assisi, nostalgia del paradiso, Vozes, 1999.
Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato.

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